Come ci si sente una volta rientrati?
Siamo ormai tornati in Italia da circa 20 giorni e le emozioni di questo viaggio sono ancora troppo presenti in noi per farci valutare cosa vuol dire essere di nuovo nella nostra casa dopo otto mesi.
Sicuramente è faticoso riprendere i propri ritmi; siamo stati abituati, negli ultimi 233 giorni, a svegliarci e decidere cosa fare… Ogni decisione però era legata ad una piccola scoperta, ogni giorno ci portava ad esplorare qualcosa di diverso e a vedere una realtà che comunque ai nostri occhi, per bella o brutta che fosse, era sempre nuova.
Ora ci ritroviamo a svegliarci e a valutare quanto la routine sia noiosa e opprimente se paragonata a quanto abbiamo avuto la forza e la fortuna di fare.
Credo che questa sensazione sia abbastanza normale; pensate a come vi sentite di solito al rientro dalle ferie e moltiplicate questa sensazione per diecimila! Potreste avere un’idea delle emozioni che ci attraversano in questo preciso istante.
Inoltre tutto diventa inevitabilmente più complicato; rimanere per otto ore seduti in ufficio davanti ad un computer è quanto di meno umano e innaturale ci possa essere al mondo!
So benissimo che sono considerazioni estreme e che comunque, come tante persone mi dicono “non è sempre festa”, però credo anche che queste sensazioni un paio di spunti di riflessione li possano far nascere.
Spesso non siamo soddisfatti della vita che conduciamo perché ci forziamo a credere che sia la migliore possibile. Fatto 100 il numero di persone che conosco ed ho incontrato durante la mia esperienza lavorativa, credo che un buon 80 si ritiene insoddisfatto della vita lavorativa; i limiti ad un cambiamento radicale sono reali ma molto spesso mentali.
Tutti si comportano allo stesso modo quindi è giusto che ci si conformi ad un codice di comportamento non scritto che ci impone di vivere per lavorare e non il suo contrario come dovrebbe naturalmente essere.
La seconda riflessione, molto soggettiva e personale ovviamente, è che spesso faccio molte cose nell’arco della giornata che mi aiutano a riempirla ma che non necessariamente sono interessanti o utili.
La mia ricerca verso una dimensione che non mi faccia pesare un ritorno continua! Voglio non rendermi conto che il tempo passi, solo così saprò di aver trovato finalmente il lavoro che più mi soddisfa. A volte penso di essere io ad avere qualcosa di sbagliato: non accontentarsi rende tutto più difficile…
Forse il viaggio, dopotutto, non è ancora terminato…
CIT: monologo finale “The Big Kahuna”
Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa’ una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l’invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa…
Conserva tutte le vecchie lettere d’amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant’anni.
Forse ballerai al tuo settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E’ il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po’, ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po’, ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant’anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell’accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio… per questa volta.
Ciao Ale, bentornato! Complimenti per l’avventura e per la forza che vi ha spinto a farla! Un abbraccio Mirino
ps: quando leggo tutti quei consigli ZEN mi viene sempre in mente il grande profeta di “Snack e Gnola” che sentenziava “la risposta è dentro di te … però è sbagliata”.. oppure serafico “trova il signore, prima che il signore trovi te”
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Infatti di norma è così…. “La risposta è dentro di te, peccato sia quella sbagliata!”😂😂😂
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