Lasciamo il Vietnam dopo 3 settimane intense e entriamo via aereo in Laos: destinazione Luan Prabang.
La cittadina, ex capitale del Laos, ci accoglie con un caldo pomeriggio tropicale. La città è decisamente a misura d’uomo, lontana dalla confusione di Hanoi. Qui i motorini e le macchine si contano sulla punta delle dita e a rendere la città ancora più serena è il camminare tranquillo dei tanti monaci buddisti che vivono nei numerosi templi presenti nella città. La città è ricca di case coloniali e sacro e coloniale si mischiano meravigliosamente insieme dando al turista una sensazione di assoluta pace e tranquillità.
Abbiamo fatto decisamente bene a prendere il Laos come base per qualche giorno di relax anche perché io mi devo riprendere da un fastidioso mal di stomaco che mi sta disturbando da qualche giorno.
A rendere il nostro soggiorno ancora più rilassante ci pensa Bill, il manager dell’hotel, che con la sua gentilezza ci vizia e ci coccola. È un ragazzo di 25 anni che ha studiato tecnologia all’Università di Hanoi e ora gestisce l’hotel del fratello. Mi piace la sua curiosità per terre tanto lontane e che non ha ancora avuto occasione di visitare. Mi dice che sta mettendo via i soldi per un viaggio in Europa, mi spiega che vorrebbe farlo a 30anni con la sua ragazza che però non esiste ancora.
Sorrido davanti a questo ragazzo che parla a voce bassa. Luan Prabang offre molteplici ristoranti per tutte le tasche e noi non ci facciamo di certo mancare una cena laotiana doc. Il Laos è il paradiso della verdura e delle erbe… i piatti sono spesso accompagnati da vegetali di tutti i tipi. La cucina è molto semplice, semplice come d’altronde è la vita degli abitanti di questa città.
Sveglia presto per partecipare alla questua dei monaci, dove gli abitanti offrono quello che hanno da mangiare, rigorosamente cotto perché nei monasteri non c’è la cucina, e a letto presto. Qui vige il coprifuoco…nessuno deve essere in giro dopo mezzanotte turisti compresi.
La mattina la strada del nostro albergo è piena di donne e uomini che vendono frutta, verdure, rane, cavie e pesci. L’odore rancido del pesce si mischia con i sapori delicati della Lemongrass e penso che non ricordo nei nostri mercati questo odore così terribilmente intenso.
Il mercato dell’artigianato prende posto nel primo pomeriggio “invadendo” la strada principale. Gli occidentali si devono abbassare camminando sotto le coperture delle bancarelle, mentre i laotiani ci camminano comodi.
Uomini e donne espongono i propri prodotti sopra un tappeto e loro sono seduti con i loro bambini mentre aspettano qualche acquirente. Non ci sono né urla, né schiamazzi.
Il mercato è veramente bello, i prodotti decisamente interessanti. A differenza delle bancarelle che ho visitato in Tailandia e Vietnam piene di prodotti contraffatti qui l’artigianato è tutto Made in Laos.
Nelle giornate che trascorriamo qui visitiamo i numerosi templi che animano la città, ci facciamo fare qualche economico massaggio e visitiamo a pochi km di distanza una bellissima cascata, Kuangsi Waterfall, immersa nella giungla più fitta.
4 giorni scorrono veloci e arriva presto il momento di lasciare questo meraviglioso luogo. Ci attendono 2 giorni impegnativi di viaggio per raggiungere la Tailandia. Entreremo via barca navigando lungo il Mekong.
Arrivederci in Tailandia
Ciao ragazzi, che paesi fantastici, io li ho scoperti grazie al programma televisivo Pechino Express ma non sapete quanta voglia ho di visitarli.
Quando mio figlio sarà più grande sicuramente faranno parte di una tappa del viaggio in oriente.
A presto e buon viaggio
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Ciao Davide,
Ci fa piacere esserti di”ispirazione”! Paesi che meritano veramente una visita.
A presto
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