Ultime due tappe cinesi del nostro viaggio spese forse in maniera poco oculata! Abbiamo seguito maggiormente le rotte aeree favorevoli e ci siamo spostati di conseguenza piuttosto che trovare mete affascinanti e arrangiarsi poi in seguito.
Quindi, gli ultimi due giorni e mezzo li passiamo prima a Wuzhen e poi ad Hangzhou. Partiti quindi in bus da Shanghai e salutati Dani e Toni, percorriamo i circa 130 km che ci separano dalla cittadina storica di Wuzhen. Sarebbe molto interessante se non fosse che, per valorizzare il centro, fatto di canali e piccole stradine su cui si affacciano case in legno, abbiano costruito, tutto intorno e per chilometri, negozi e alberghi dallo stile discutibile che, di fatto, ne rovinano l’atmosfera.
Tutto sommato, visto che la cittadina si trova però a sole due ore da Shanghai, alla fine si si è in zona vale la pena una visita.
Diverso il discorso dell’hotel… Valutato 9,3 da Booking… Con un letto che se avessimo dormito per terra in strada sarebbe stato più morbido; capisco che i letti in Cina siano mediamente più duri ma così è decisamente troppo.
Il giorno seguente Hangzhou perché il volo per Shenzen, e quindi per Hong Kong, costa esattamente la metà rispetto a Shanghai! Attratti in parte dalle descrizioni del Lago Occidentale e dal fatto di essere stata decantata da Marco Polo per le sue bellezze, decidiamo di passarci una giornata intera. La cosa più bella della città è senza dubbio l’aereo per Hong Kong! Esagero, però, in effetti, la città non ci impressiona tranne per il lago, effettivamente rilassante e la collina che lo domina con violetti alberati e sentieri che sono un rifugio per scappare dalla grigia città.
Termina così il nostro mese in Cina; nazione sicuramente interessante a cui volutamente è stata cancellata la storia millenaria e che ora si trova a fare i conti con un vuoto valoriale e comportamentale che credo non abbia paragoni al mondo.
La nazione sembra ora sospesa tra oriente ed occidente, in un mix che rischia di prendere gli aspetti peggiori di entrambe le culture.
Generalizzare è sempre sbagliato ma certo gli abitanti di questo paese sembra non sappiano vivere con gli altri, sembra che anni di condivisione forzata invece che unire ne abbiano accuito l’egoismo e il totale disinteresse per la cosa pubblica oltre che una maleducazione generale che alla lunga indispettisce.
Mi rimarranno nella mente i panorami lungo il fiume Li, le risaie di Longsheng e i picchi carsici di Yangshuo. Ricorderò con piacere Pechino e la grande Muraglia, l’esercito di Terracotta e i vicoli tentacolari di Xi’an. Spero di coltivare l’amicizia con Merce, Nieves, Dani e Toni e mi rimarrà sempre negli occhi e le narici i colori e gli odori delle strade cinesi.
Saluto però la Cina senza tristezza, contenti di proseguire il viaggio che domani ci porterà in Thailandia, porta di ingresso per quel Sud Est Asiatico che per noi è totalmente sconosciuto.