Lasciamo a malincuore Luang Prabang perché la piccola cittadina ci ha sorpreso con la sua pacata bellezza e abbiamo avuto giornate di relax totale; devo dire che dopo due mesi e mezzo di Asia un po’ di stanchezza cominciamo ad avvertirla.
Viaggiare sulle quasi mai confortevoli strade asiatiche compiendo sempre lunghi trasferimenti è bello ma allo stesso tempo abbastanza provante per il fisico.
Quindi, visto che ci siamo riposati a sufficienza, prenotiamo le barche che, in due giorni di navigazione, ci riporteranno in Thailandia.
Partenza ore 9.00 dal piccolo porto sul fiume Mekong e arrivo alle 17.30 nel bel mezzo della giungla laotiana nella minuscola località di Pak Beng, a metà strada tra Luang Prabang e il confine con la Thailandia.
Il viaggio, lento e sonnacchioso, ci dà la possibilità di scorgere i molteplici aspetti di questo lunghissimo fiume; i piccoli villaggi immersi tra la folta vegetazione, i pescatori che con le loro giunche buttano e ritirano le reti senza sosta, i piccoli gruppi di water buffalo che brucano sulle rive e, di tanto in tanto, qualche elefante in uno dei tanti campi riservati ai turisti dove si possono ammirare questi enormi pachidermi.
Pak Beng non è molto più che un minuscolo villaggio che si anima nel tardo pomeriggio con l’arrivo delle barche e, passata la notte, di risveglia alla partenza delle stesse. Trecento metri di strada, una decina di ristoranti e una ventina di guesthouse che offrono pranzi al sacco per la seconda tratta del viaggio.
Camminando per il piccolo paesino si incontrano le stesse facce che si ritroveranno il giorno seguente sulla barca addizionate a quelle che stanno facendo il percorso inverso rispetto al nostro.
La giornata seguente, sempre alle 9.00 si riparte in direzione Huai Xiai, ultima cittadina laotiana prima della frontiera in cui abbiamo in programma di passare la notte perché, ci hanno detto, la dogana chiude alle 18 e quindi i tempi sono abbastanza ristretti per potercela fare.
Nel tragitto un forte acquazzone si abbatte sulla nostra imbarcazione che, per fortuna, è dotata di tetto e teloni in plastica anti pioggia.
Alle 17.30 attracchiamo al porto di arrivo ed è clamorosa la differenza tra le due sponde del fiume; alla destra le povere colture del Laos e alla sinistra appare subito evidente come la Thailandia sia indubbiamente un paese più ricco ed avanzato con i suoi argini ricostruiti per evitare esondazioni e le case in mattoni e pietra.
Il confine chiude alle 20 di dicono e così schiacciati in un tuk tuk con un signore svizzero e quattro ragazze inglesi decidiamo di procedere verso la sponda thailandese. Raggiungiamo così Chiang Kuong, e per soli 10€ troviamo una piccola pensione dove passare la notte prima del nostro trasferimento verso la cittadina di Chiang Rai.