SCELTE E LAVORO -Ale-

New York Construction Workers Lunching on a Crossbeam

Ci sono giorni in cui tutte le scelte fatte sembrano avere un senso ed invece altri in cui è chiaro che c’è qualcosa di stonato e che non torna fino in fondo. Non rimpiango nulla ma a volte semplicemente non siamo preparati per le scelte che, inevitabilmente, condizioneranno il nostro futuro.

Perché a tredici anni, una volta finite le scuole medie, ho scelto di fare il liceo scientifico? Tra l’altro a me la matematica non è mai piaciuta e sono sempre stato maggiormente portato per le materie letterarie ! Forse perché i professori mi dicevano che sarebbe stata l’unica scuola “seria” in Italia e avrei dovuto farla. Forse perché anch’io mi ero convinto che per fare “strada” sarebbe stata l’unica opzione e forse perché, tutto sommato, era giusto così.

Poi capiti in una scuola dove i professori che insegnano per passione si contano sulle dita di una mano, dove trovi un insegnante di chimica che sostiene che la formula chimica dell’acqua e’ acqua2o e dove tutti sono molto più interessati a sottolineare la loro appartenenza politica che a trasmettere curiosità verso il sapere.

Meglio sarebbe stato seguire una passione e delle attitudini? Non so! Certo lo scientifico mi ha portato ad iniziare economia, mi sono laureato in tempi pre-crisi e la mia università mi ha fatto trovare un impiego in un mese circa! Perfetto!

Impieghi diversi e responsabilità crescenti in multinazionali nelle quali sognavo di lavorare per dare il mio apporto alla crescita e nascita di prodotti che vedevo nelle pubblicità in TV.

E adesso? Dopo circa 14 anni di lavoro i miei ideali si sono un po’ spenti! Talvolta mi chiedo se sto diventando comunista! Del resto non è così che funziona in Italia? Bisogna schierarsi e stare da una parte altrimenti si è disfattisti, qualunquisti e fuori dalla società.

La scuola prima, il lavoro poi… La sindrome Coppi-Bartali in questo paese sta distruggendo ogni forma di collaborazione.

Continuiamo a scimmiottare esempi anglofoni senza capire che sono forse le persone che vanno cambiate. Nelle aziende ho imparato un metodo e mi sono strutturato ma la cosa più importante è stata quella di come pararsi il posteriore dallo scaricabarile degli altri!

Anni passati a vedere capi perdere tempo al caffè per poi rimanere fino a tardi in ufficio giustificando il milanesissimo lavorare come matti; ho visto amministratori delegati da due soldi preoccupati dei loro obiettivi di breve periodo piuttosto che pensare al bene dell’azienda, ho consegnato budget sempre più irreali per giustificare le crescite insensate di un mercato già in stallo con la scusa che poi tanto poi sarebbero stati rivisti, ho sopportato direttori vendite con l’ansia da prestazione nei week-end quando l’unica ansia era quella di mascherare la loro inadeguatezza al ruolo. Purtroppo continuo a vedere aziende che se ne fregano della condizione dei collaboratori migliori ma li spremono finché reggono salvo poi, alla prima difficoltà, liquidarli in due minuti perché non validi!

Deve essere così? Dovunque? O vesto la maglia e vivo solo per il lavoro o non valgo più nulla? Non è possibile dare il 200% quando serve e riuscire a bilanciare i molti interessi che per fortuna  continuo ad avere? Non so. Certo essere in Italia non aiuta… Le aziende vengono vessate da tasse che non permettono di investire e quindi sfruttano quello che hanno, la macchina politica sopravvive perché sfrutta tutti, i dipendenti sfruttano le aziende perché si sentono sfruttati, tutti fanno i propri interessi perché nessuno pensa alla comunità e all’altro… E perché dovrebbe farlo? Tanto ci sarà sicuramente qualcuno, che da qualsiasi situazione che ne trae vantaggio!

Noi siamo così. Non raccontiamoci favole! Se io azienda non ti sto con il fiato sul collo tu dipendente mi fotti! Se io Stato non ti chiedo il 53% di tasse tu azienda trovi il modo di evadere e quindi chiedo tanto per prendere qualcosa!

Mah… Vediamo cosa c’è nel mondo di diverso e prendiamo spunto! Aprirò la mia mente per comprendere, valutare e capire cosa sarà meglio per noi.

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