Lasciamo Page in direzione di una delle mete che più mi ha impressionato durante questo viaggio: gli infiniti spazi della Monument Valley scenario naturale per tantissimi film e magici tramonti.
Partiamo senza fretta proprio perché vorremmo arrivare nella Monument Valley a ridosso del tramonto ma, purtroppo, sbagliamo i conti con i km da percorrere e arriviamo troppo presto. Decidiamo allora di superare la deviazione che porta nella vallata dei monoliti e proseguiamo per altri 40 km verso il “paese” in cui abbiamo prenotato l’hotel; Mexican Hat (il cappello del messicano).
Arriviamo a destinazione e ci accorgiamo che il nostro “paese” non è altro che un piccolo agglomerato di edifici in pieno deserto che probabilmente serve solamente da punto di partenza per la visita alla Monument Valley. Mexican Hat prende il nome da una roccia in bilico su di un’altra appuntita tale da farla sembrare un sombrero messicano! Quattro case, una chiesa, tre motel, un distributore di benzina, un ristorante e uno snack bar… questo è tutto e non c’è veramente nient’altro nel raggio di 60/70 km.
Visto che è ora di pranzo ci rechiamo nello snack bar per uno spuntino veloce; ordiniamo due tacos e vedendo una parete di frigoriferi pieni di birra, dati i quasi 40 gradi, anche due belle bottiglie di birra ghiacciata ma qui la sorpresa; lo Utah è uno stato per tradizione molto conservatore e dove la chiesa dei mormoni influisce sulla vita di tutti i giorni e quindi, per tradizione, il consumo di alcool non è visto di buon occhio. “La birra possiamo vendervela ma non potete consumarla all’interno del locale e nemmeno fuori sulla strada, dovete comperarla e poi consumarla a casa vostra!”
Ci accontentiamo di due lattine di Coca Cola e comperiamo due birre da consumarsi in hotel dopo la visita alla Monument Valley!
Rifocillati dal pasto leggero e delusi dalla birra partiamo verso uno degli scenari naturali più belli che abbia mai visto! Ci si avvicina e i monoliti si stagliano maestosi all’orizzonte e la strada perfettamente diritta punta proprio nella loro direzione facendoci ricordare qualcosa di già visto; ci fermiamo per una foto in uno spiazzo dove sostano altre macchine e un cartello ci ricorda il perché di quel senso di deja vù! Qui Forrest Gump, dopo aver attraversato l’America di corsa si ferma e dice di essere un po’ stanchino!
Il parco della Monument Valley è in territorio Navajo, gli ingressi e la gestione del parco è tutta degli indiani che abitavano queste terre molto prima di Cristoforo Colombo. Lo Stato Americano ha anche concesso la gestione del territorio creando una Nazione Navajo che gode di alcune agevolazioni e dove vige anche la legge tribale indiana.
Lo spettacolo è incredibile e il silenzio, nonostante i turisti e i veicoli che affollano l’area è stupefacente! Per visitare la zona si può seguire un tour organizzato con guida Navajo o con la propria macchina si compie un tragitto di circa 15 km in sterrato con dei punti panoramici veramente mozzafiato.
Rimane per me il rimorso di non essere riuscito, per questioni di tempo, a fare una gita a cavallo tra la terra rossa e la roccia arsa dal sole… magari un’altra volta!
Torniamo soddisfatti a Mexican Hat e, dopo una doccia ristoratrice, chiediamo dove si possa andare a mangiare! Domanda stupida visto l’unico ristorante; The Swinging Steak… semplicemente caratteristico e accogliente! Menù ridotto: si sceglie tra Hamburger, T-Bone Steak (costata) e New York Strip (mezza costata), accompagnate da fetta di pane con aglio e burro, fagioli neri e pomodori! Il tutto cotto su una griglia enorme appesa a come un’altalena ad un supporto e costantemente in movimento per evitare che la fiamma viva bruci la carne! Bistecca top e finalmente una bella birra! Essendo i mormoni anticamente poligami la birra non poteva che chiamarsi Poligamy Porter ed il claim in etichetta è semplicemente geniale: “Why have just one”? con un uomo circondato da più donne!
Andiamo a dormire sotto un cielo stellato pensando alla tappa del giorno seguente: Ancora Utah