-56 -Ale-

shuttle_partenza

Mancano 56 giorni alla partenza… ogni tanto penso che l’aver pianificato questa avventura con larghissimo anticipo abbia, inevitabilmente, annacquato le sensazioni e diluito talmente i tempi, da sembrare una cosa sempre troppo lontana per essere compresa in pieno.

Adesso ci siamo, adesso le scelte sono reali e concrete; dal dove andremo si è passati a domande molto più futili e terrene del tipo: ma come faremo con i prelievi bancomat? E dove laveremo i vestiti? Troveremo sempre posti decenti per dormire? Non ci saranno zone pericolose? E i nostri genitori staranno bene a casa? E se succede qualcosa mentre siamo via?

Insomma per farla breve, l’inquietudine o addirittura la paura comincia a fare capolino e ad insinuarsi tra le pieghe di una certezza…! Ovviamente è troppo tardi per cambiare e ad essere sinceri l’idea non ci ha nemmeno lontanamente sfiorato ma è chiaro che il sentiero poco battuto fa paura proprio per il fatto che non si sa cosa si troverà dietro la prima curva.

Di certo gli avvenimenti di questi ultimi due mesi durante i quali siamo stati molto meno presenti sul blog hanno avuto il loro peso. Abbiamo capito a nostre spese che il vero coraggio non è stato prendere la decisione di partire ma quando di sopportare e metabolizzare il distacco e il celato dissenso che la società ci ha progressivamente mostrato. Le parole di invidia e di elogio si sono presto tramutate in atteggiamenti di emarginazione, soprattutto in alcuni ambiti, dettati dal fatto che se non sei conforme allora devi per forza avere qualche problema e non sei affidabile. Il tutto in una società che è sempre più apparenza e molto meno sostanza, una società che trova nell’affermare di essere legata a valori sani proprio la sua massima espressione di superficialità e incoerenza tra quello che si dichiara e quello che si fa.

Raccontavo a Effe Femmina di questa nostra inquietudine e lei mi ha risposto: “Prima o poi la strizza arriva! Ma poi passa appena metti piede sul primo volo, tranquillo!”

 

 

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2 pensieri su “-56 -Ale-

  1. Ciao Alessandro,
    seguo sempre con piacere gli aggiornamenti sul vostro progetto.
    Il tuo post di oggi mi ha fatto riflettere più di altri (forse perché ho visto delle similitudini rispetto ad alcune scelte che anche noi come famiglia abbiamo fatto).
    Ogni scelta, lo sappiamo bene, porta con sé delle conseguenze, ma la vostra in particolare si trascina dietro commenti, considerazioni, pregiudizi e tanti sentimenti, spesso discordanti, da parte di chi la vive con voi o anche solo ne sente parlare.

    State uscendo dal coro: voci soliste d’eccellenza o voci stonate?
    Il coro, normalmente, preferisce pensarsi come unica voce. Da qui l’emarginazione di cui parli (e immagino soprattutto in alcuni contesti).
    La “psicologia dei gruppi” ha spiegato molto sul bisogno di uniformasi dell’individuo.

    Se l’esperienza che avete deciso di fare è “per voi” e non per gli altri, troverete tutte le energie necessarie per andare oltre a quello che dicono/pensano/fanno gli altri rispetto a voi. Non sarà sempre facile (e quanto nervosismo da gestire!) ma ce la farete 🙂

    In bocca al lupo per tutto!
    Un abbraccio
    Cristina

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    • Ciao Cristina,
      In effetti non è stato così facile come pensavamo ma, convinti della nostra scelta, abbiamo proseguito senza mai avere grossi dubbi a riguardo!
      Ormai manca poco e più si avvicina il giorno della partenza è più si allontanano le incertezze!
      Grazie per le tue parole comunque
      Ale

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