BUENOS AIRES

Ci troviamo nel mezzo della Pampa Argentina, In viaggio su di un bus che tre ore fa ha lasciato la stazione degli autobus di Buenos Aires Retiro con destinazione Puerto Madryn, cittadina marittima della Patagonia 1.300 km a sud della capitale.Tempo da far passare ne abbiamo parecchio perché l’autobus su cui stiamo viaggiando giungerà a destinazione alle 8.30 di sabato mattina dopo ben 19 ore di viaggio interrotto solo da alcune fermate intermedie.

Abbiamo salutato la capitale Argentina dopo quattro giorni bellissimi ma molto intensi durante i quali siamo riusciti a vedere una parte sicuramente importante della metropoli portena.
Buenos Aires come tutte le megalopoli sudamericane è una città ricca di contraddizioni, elegante e raffinata da rassomigliare a Parigi in alcune zone e fatiscente e decadente in altre.

Tramite airbnb abbiamo prenotato un piccolo monolocale nel barrio Recoleta, il più esclusivo ed elegante dei quartieri è proprio da qui cominciamo la nostra scoperta della città. Recoleta ha vialoni ampi intersecati da piccole vie alberate ricche di palazzi ed appartamenti signorili. Questa è anche la zona in cui ci sono tutte le ambasciate, alcune delle quali, tipo quella francese, quella italiana e quella brasiliana possono essere incluse tranquillamente negli itinerari turistici per la bellezza degli edifici in stile belle epoque.
  

   

Questa zona di Buenos Aires è ricca di giardini, parchi e zone verdi; famosi anche i cani della Recoleta, nel senso che spesso si vedono dog-sitter che portano in giro anche 15 cani insieme con buona pace delle facoltose famiglie della zona che assicurano un po’ di moto ai loro amici a quattro zampe.Recoleta è anche sede del famoso cemeterio; il cimitero più grande della città che racchiude mausolei e tombe dei personaggi importanti della capitale tra i quali quello di Evita Peron.

Spostandosi più a Nord si giunge nei quartieri di Palermo e di Belgrano; quartieri residenziali enormi che di certo si staccano dalla sfarzosità della Recoleta ma rappresentano un buon compromesso tra la frenesia tipica della città e la tranquillità delle zone più ricche della città. Piccoli parchi cittadini punteggiano la mappa di questi due quartieri dove può anche capitare di ascoltare duetti di chitarra e voce di persone intente a perfezionare la loro tecnica musicale.


Buenos Aires è di certo una città molto rumorosa ma colpisce come, a soli pochi isolati dai grandi viali di comunicazione, regni il silenzio autunnale rotto solo dal vociare dei bambini nei cortili delle scuole.


Dopo una buona mezza maratona di cammino ci riposiamo un paio d’ore nel nostro appartamento e poi fuori a cena per un piatto e di carne asada che al solo pensiero mi risveglia un certo appetito! Dopo due birre Quilmes belle fresche distrutti torniamo in casa e non ci vuole molto perché ci si addormenti come dei sassi.

L’indomani è il giorno dei quartieri più popolari ed antichi della capitale Argentina. Con una temperatura di circa 25 gradi, inusuale per l’autunno australe, prendiamo la Subte (metropolitana) che, velocemente ci porta alla fermata Indipendencia e al quartiere di San Telmo. Quartiere un tempo cuore della città, in seguito abbandonato e pesantemente degradato, sta vivendo ora un momento di grande rilancio.
Le caratteristiche ed affascinanti vie del quartiere sono ricche di edifici antichi, locali storici, mercati e mercatini di antiquariato e vecchie osterie tradizionali nelle quali poter gustare empanadas e parilla.


Centro del barrio è Plaza Dorrego, un tempo centro amministrativo della città e ora affascinante piazza circondata da edifici a due piani in stile coloniale nella quale è bello fermarsi per un caffè o una cervecita rilassandosi dopo tanto camminare.


Un paio di chilometri più a sud di San Telmo inizia il barrio storico de La Boca. Il quartiere, ormai diviso tra una zona, quella del Caminito, quasi eccessivamente turistica, e l’altra, quella più vicina al fiume e allo scalo portuale degradata e poco sicura tanto che un poliziotto ci sconsiglia di andare oltre.
La Boca è il quartiere dove gli immigrati genovesi si erano stabiliti a partire dalla metà del XIX secolo e da dove parte tutta l’influenza culturale italiana ancora ben radicata nelle mille sfumature del vivere porteno. Le case colorate in tinte sgargianti erano il modo con il quale i genovesi cercarono di abbellire le umili dimore della zona portando un po’ di Liguria in questa parte così lontana del mondo.


  

 Quattro amici genovesi fondarono la società calcistica del Boca Juniors, e, non sapendo quali colori dare alla neonata, decisero di andare al porto ed aspettare il primo mercantile straniero; la bandiera di quel mercantile avrebbe dato i colori alla squadra. Il caso volle che la prima nave a solcare le acque del porto fosse un mercantile svedese, da allora il blu e il giallo sono distintivi non solo della squadra ma del quartiere intero.

Quartiere che si snoda attorno anche al mitico stadio della Bombonera, arena costruita appositamente per il calcio dove i 55.000 presenti possono vivere e respirare veramente il gioco più bello del mondo!

  
    Il giorno seguente lo dedichiamo alla visita dei quartieri di San Martin e di Retiro. San Martin può essere considerato il quartiere cuscinetto tra il micro centro (zona di Plaza de Mayo con la casa Rosada) e la Recoleta. Ombrosi parchi su cui si affacciano antiche dimore e circoli militari dividono quasi idealmente il ricco quartiere residenziale dal più umile agglomerato urbano a sud, il Parque San Martin con il monumento ai caduti della guerra delle Malvine (o Falkland a seconda dei punti di vista), è un buon punto per rilassarsi all’ombra delle Jacarande e delle Magnolie secolari.



Retiro è lo snodo principale dei trasporti della capitale. Dalle tre stazioni ferroviarie partono tutti treni della limitata rete ferroviaria Argentina e dallo stesso punto partono i migliaia di autobus che collegano non solo l’intera nazione ma anche i paesi limitrofi come Uruguay, Cile, Brasile e Bolivia.


Alle spalle della stazione rimaniamo colpiti dalla vastissima zona occupata dalla Villa 31. Villa è l’abbreviazione comune di Villa Miseria, una delle “favelas” che circondano un po’ tutte le città del Sudamerica. Pur non entrando per nostra sicurezza, anche da lontano possiamo intuire il forte disagio e le condizione precarie nelle quali vivono circa 30.000 persone a ridosso del centro e delle zone ricche della città. Colpisce come la povertà urbana sia degradata e degradante e come, in effetti, l’urbanizzazione possa portare a conseguenze tanto sgradevoli è socialmente inaccettabili.

Dopo una cena in una Pizzeria, El Cuartito, fondata nel 1934 e con una pizza decisamente buona, ci apprestiamo a passare l’ultimo giorno nella capitale.


Vediamo nell’ultima mattina a nostra disposizione, i grattacieli della nuova zona commerciale e finanziaria a ridosso della darsena e diamo il nostro saluto ad una città che personalmente mi è piaciuta tantissimo pur con le sue incongruenze. Città viva e vivace nella quale, a conti fatti, vivrei volentieri.

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