PUERTO MADRYN E IL CHUBUT

Arriviamo a Puerto Madryn verso le 10 del mattino e alla fermata dei bus viene a prenderci Veronica, la ragazza che ci ha affittato una stanza per le 4 notti che faremo qui.

Puerto Madryn è una piccola cittadina sulla costa atlantica, nel cuore della Patagonia che conta circa 60.000 abitanti. La città fu fondata da un gruppo di immigrati gallesi che si stanziò qui nel 1865. La colonizzazione con la popolazione indigena fu pacifica a differenza dei cugini europei spagnoli e la cosa già ci piace.
  
 La casa nella quale abitiamo è veramente molto bella e la stanza che abbiamo affittato è a dire poco enorme; bagno in camera, cabina armadio, balcone e finestra che da sul piccolo giardino. La cama, letto in spagnolo, è morbidissimo e ne abbiamo bisogno visto che l’ultima notte l’abbiamo passata su un sedile di un pulman!

Conosciuto il resto della famiglia papà Daniel, i figli Camilla e Matias e i due cani Simona e Tito usciamo subito e andiamo a visitare il centro della città per capire come raggiungere nei giorni seguenti la bellissima Peninsula Valdes, patrimonio dell’Unesco con tutta la sua varietà di fauna marittima e terrestre.  Prenotiamo un’escursione per il giorno dopo che si rileva essere la più economica, ma che comunque ci costa la bellezza di 88 euro a testa, ma non siamo venuti di certo fin qui per non visitare questo fantastico territorio.
L’indomani, con il classico ritardo argentino, viene direttamente a prenderci a casa Jose, il nostro autista. La penisola di Valdes ha un’estensione di circa 3600 km quadrati che puoi tranquillamente visitare in una giornata. Conta due laghi salati uno dei quali è a 40 metri sotto il livello del mare. Gli animali che la abitano sono tantissimi puoi incontrare elefanti marini, leoni marini e noi abbiamo la fortuna di vedere anche due balene. Sfortunatamente non riusciamo a vedere il famoso pinguino australe poiché arriva sulla penisola solo nel mese di Aprile per deporre le uova.
  
 Vediamo anche un animale terrestre, mai visto prima che assomiglia un po’ al lama: il guanaco. La giornata scorre via veloce e torniamo a casa soddisfatti per l’ennesima meravigliosa esperienza.

Il giorno dopo decidiamo di trascorrerlo in assoluta tranquillità in spiaggia e complice la giornata di festa approfittiamo per conoscere meglio i nostri padroni di casa. Ci piace tantissimo parlare con loro, raccontandoci le nostre vite, e le nostre abitudini.
  

Il giorno dopo visitiamo altre due cittadine gallesi a solo un’ ora di bus: trelew con un importante museo paleontologico, che sfortunatamente è chiuso e Gaiman. L’influenza gallese qui è fortissima. Si respira nelle numerose sale da the presenti in tutta la cittadina, nella lingua parlata, nelle scritte dei cartelli e dalle numerose bandiere con il “red dragon” che sventola imperioso sui tetti della città.
  
        

La cena la trascorriamo a casa cenando con la famiglia: empanadas accompagnate da un ottimo vino rosso argentino. Parliamo un po’ di tutto sport, economia, politica è presto capiamo che le problematiche argentine non sono poi così diverse da quelli italiane.
Sono stati 4 giorni bellissimi, abbiamo visto e conosciuto un po’ di Patagonia e conosciuto altre persone meravigliose.
Il viaggio continua verso Usuhaia, verso la “fine del mondo”, verso la Terra del fuoco…..

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