ANGKOR WAT – CAMBOGIA

Angkor Wat

Angkor Wat

Passiamo il confine Cambogiano via terra con un pullman da Bangkok che per 25 euro a testa ci porta nella città di Siem Reap, punto base per la visita dell’antica capitale dell’Impero Khmer.
La distanza da Bangkok è di circa 300 km, ma per percorrerla ci mettiamo la bellezza di 6 ore. Il paesaggio al confine non cambia tantissimo dalla Thailandia, ma ciò che appare subito ai nostri occhi è l’incredibile povertà dei suoi abitanti. Veniamo circondati da alcuni bambini che ci chiedono qualche dollaro, preferito di gran lunga al Riel, la moneta nazionale.

Angkor Wat

Angkor Wat

Angkor Wat

Angkor Wat

Bayon

Bayon

La mattina seguente ci attende all’ingresso dell’hotel il nostro driver che ci accompagnerà per questi due giorni con un simpaticissimo Tuk Tuk.
“È una costruzione così straordinaria che è impossibile da descrivere con una penna, poiché non c’è un edificio simile al mondo. Ha delle torri e delle decorazioni e quanto di più raffinato che il genio umano possa immaginare..” Disse Antonio da Magdalena, un monaco portoghese, uno dei primi esploratori.
Queste frasi rendono bene l’idea di quello che prova il visitatore davanti a tanta magnificenza.
image image imageIniziamo la nostra visita con Angkor Wat, il monumento religioso più grande al mondo. Il tempio è molto famoso per le sue 5 torri in forma di germoglio di loto che rappresenta il monte Meru, mitica residenza degli dei e centro dell’Universo. È circondato da un maestoso fossato che rappresenta l’oceano cosmico. La visita ci richiede quasi due ore, ma è dall’esterno che il mausoleo regala la sua vista migliore dove si possono vedono le torri riflettersi nell’acqua.
Proseguiamo nella visita dei templi che ci richiedono due intende giornate e non si può non rimanere impressionati da questa incredibile bellezza, da questa arte così diversa dalla nostra, indiscutibilmente magnifica. È come il Machu Picchu è la natura l’incredibile protagonista.

image image imageLa Giungla che avanza prepotente con i suoi alberi, il rumore continuo dei grilli e delle cicale e lo svolazzare inquieto dei pipistrelli rendono il luogo ancora più suggestivo, misterioso anche spaventoso. E mentre ammiro estasiata il punto più alto della cultura Khmer di quasi 1000 anni fa, non posso non pensare alle terribili vicende dei tempi moderni che hanno afflitto questo paese. Mi chiedo come sia possibile che la cultura che ha creato tutto questo sia la stessa che ha commesso il terribile genocidio della sua stessa popolazione.

 

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