Lasciamo La Serena e l’appartamento di Pierre per proseguire verso il nord est del Cile e raggiungere così San Pedro de Atacama destinazione che, all’inizio del viaggio, non era prevista ma che causa maltempo in Patagonia siamo ben lieti di raggiungere.
San Pedro si trova nel deserto dell’Atacama, il luogo più arido del mondo, con una umidità pari al 10% è una piovosità che si ferma ad una manciata di giorni l’anno. Luogo certamente inospitale per il clima e le condizioni atmosferiche ma bel villaggio a 2.500 metri punto di partenza per visitare i magici luoghi Andini negli immediati dintorni.
Arriviamo che è già sera dopo le ormai canoniche 20 ore di trasferimento in bus e ci dirigiamo verso l’Hostal Desert, piccolo ed accogliente ostello prenotato tramite Booking che sarà la nostra casa per i prossimi quattro giorni.
Per prima cosa dovremo vedere come il nostro fisico si adatterà all’altitudine perché le escursioni che faremo raggiungeranno vette intorno ai 4.500 metri e quindi dovremo fare attenzione per non farci rovinare il viaggio da problemi di salute.
Usciti per cena in uno dei caratteristici ristorantini della splendida Caracoles, la via centrale del paese, capiamo subito che con l’altitudine non si scherza perché la sola lieve salita verso il centro ci provoca un lieve affanno.
La mattina seguente facciamo colazione con calma e decidiamo di passare una giornata di relax pianificando i giorni a venire ed aggiornando amici e parenti circa i nostri spostamenti. L’agenzia turistica che visitiamo però, ci fa cambiare leggermente i piani perché le escursioni sembrano tutte bellissime e, avendo solo due giorni e mezzo a disposizione, non possiamo perdere troppo tempo; decidiamo così di fare un pacchetto di tre escursioni per le quali paghiamo circa 70 € a testa, ci farà andare un pochino fuori budget ma recupereremo altrove!
Il pomeriggio quindi ci aggreghiamo ad altre persone per la prima escursione alla Valle de la Luna, zona dal paesaggio lunare nelle vicinanze di San Pedro. Tra i partecipanti al tour conosciamo i fiorentinissimi Ivan e Gaudia, con i quali facciamo amicizia e con cui scopriamo, condivideremo anche le gite dei giorni seguenti.
La Valle è uno spettacolo di colori, rocce, dune, crepacci e guglie che veramente creano l’impressione di essere atterrati su di un pianeta lontano; se non fosse per i minibus pieni di turisti che, come noi, visitano la valle, sembrerebbe veramente di essere lontani anni luce da tutto e da tutti.
Rodrigo, la nostra guida, ci fa apprezzare il paesaggio spiegando la millenaria evoluzione della cordigliera nella quale è incastonata la valle, che, grazie ad erosione, agenti atmosferici e la particolare composizione minerale del suolo, presenta colori che vanno dal rosso acceso al bianco del deposito salino e di talco.
La gita va fatta al tramonto perché la nostra visita si conclude alla roccia del Coyote da dove si gode lo spettacolo del sole che illumina le montagne circostanti amplificandone le tonalità e esaltando la bellezza del deserto.
Rientriamo in paese e facciamo la spesa perché l’ostello ha l’uso della cucina e quindi mi metto ai fornelli per una semplice pasta con zucchine, melanzane e pomodori!
Il giorno seguente ci aspetta l’escursione più impegnativa perché si sale ai Geyser del Tatio, terza zona geotermale al mondo per estensione con un altitudine impegnativa di 4.600 metri. Il nostro corpo deve abituarsi e quindi seguiamo tutte le regole che in questi casi dovrebbero limitare i sintomi del mail di montagna: mangiare leggero, bere molto, non fare sforzi eccessivi e dormire al di sotto della quota massima raggiunta in giornata.
Fortunatamente nessuno dei due ha fastidi ma camminare e parlare nello stesso momento provoca subito una sensazione di “fiato corto” che si rileverà l’unico piccolo inconveniente delle Ande Cilene.
I Geyser si visitano all’alba perché le fumarle tendono a svanire con il rialzo della temperatura diurna quindi partenza alle 4.30 ed arrivo in cima per le 7.00 con una temperatura di -10 C.
Lo spettacolo che ci si presenta vale il prezzo della fatica e la zona è veramente impressionante. Circa 45 geyser attivi punteggiano l’altipiano con le loro alte fontane di acqua bollente e con le fumarole le che raggiungono i 40 metri di altezza. Visitiamo queste meraviglie della natura sempre accompagnati da Rodrigo che ci spiega le varie differenze tra geyser a getto continui e quelli ciclici che hanno bisogno di alcuni minuti prima di ricaricarsi ed esplodere in tutta la loro magnifica potenza.
La visita prosegue verso la zona termale dove è possibile bagnarsi; la temperatura esterna ci fa desistere e non abbiamo il coraggio di immergerci anche se Serena i piedi li bagna e mi batte!
Scendiamo un pochino verso valle fino alla piana sovrastata dal vulcano Putana e ne ammiriamo il panorama lagunare fino poi a raggiungere il villaggio di Machuca dove sostiamo per un piccolo ristoro, mangiamo per la prima volta carne di Lama allo spiedo ed incontriamo per la prima volta questi buffi animali tanto comuni nelle Ande. Spunta un pallone e vuoi non fare due tiri a 4.000 metri?! Giusto due tiri perché il fiato e prende il sopravvento e francamente non sarebbe possibile fare di più! Torniamo all’ostello nel pomeriggio e ci rilassiamo, a letto presto perché l’indomani alle 7 si parte per un’altra escursione.
Il giorno dopo si sale ancora verso i 4.600 metri delle Lagune Altiplaniche e il nostro tragitto si snoda tra piccoli villaggi andini, lagune popolate da Fenicotteri e ancora deserto, immancabile e maestoso!
Torniamo nel primo pomeriggio e visto che abbiamo retto brillantemente ai rischi legati all’altra Serena mi convince a prenotare, per il giorno seguente, l’escursione di 4 giorni in Bolivia che così diventerà, non pianificato, la nostra tredicesima nazione del nostro lungo viaggio! Si va a dormire presto aspettando l’avventura di domani!
Ale, Sere, sarò scemo (anzi lo sono sicuramnte) ma a leggere e a vedere queste vostrefoto mi commuovo… stima massima per entrambi. Un abbraccio!
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